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Cambio dell’ora: ecco perché questo Paese europeo è l’unico ad aver deciso di mettervi fine

Nel 2025 un Paese europeo ha scelto di porre fine al cambio dell’ora, una pratica che coinvolge ogni anno oltre 440 milioni di cittadini del continente e che dura da più di quarant’anni

 

Una tradizione che si interrompe dopo decenni

Ogni marzo e ogni ottobre gli europei spostano le lancette avanti o indietro di sessanta minuti per passare dall’ora solare a quella legale. Dal 1980 questa abitudine è stata regolata in modo uniforme dall’Unione europea con l’obiettivo di risparmiare energia e armonizzare i fusi orari interni.

In ottobre 2024 l’Ucraina ha deciso di sospendere definitivamente questa pratica, fissando il proprio orario sull’Europa centrale senza più alcuna variazione stagionale. La scelta è entrata in vigore nel calendario ufficiale nazionale all’inizio dell’autunno successivo.

  • Decisione approvata dal Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) nell’autunno 2024
  • Allineamento permanente al fuso dell’Europa centrale (CET)
  • Sospensione definitiva del cambio d’ora a partire da marzo 2025

I motivi sanitari dietro la scelta

La principale giustificazione fornita dal governo riguarda la salute pubblica. Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute ucraino, nelle settimane successive ai cambi d’ora si registrava un aumento medio del 9 % nei ricoveri cardiaci e del 12 % negli incidenti stradali dovuti alla stanchezza.

I disturbi del sonno e la perdita temporanea di concentrazione colpiscono milioni di persone, con ripercussioni dirette sulla produttività lavorativa e sul rendimento scolastico. Studi condotti dal Centro nazionale per la ricerca medica hanno indicato che i biorytmi umani impiegano fino a dieci giorni per riadattarsi completamente al nuovo orario.

L’aspetto geopolitico: sicurezza e identità

La decisione non riguarda solo la salute. In pieno contesto bellico, Kyiv ha voluto rafforzare la coesione interna adottando un orario stabile per tutto il territorio. L’unificazione dei tempi amministrativi e dei sistemi digitali è stata presentata come una misura di sicurezza nazionale.

Mantenere un unico riferimento temporale facilita anche la gestione delle infrastrutture energetiche e dei trasporti tra le regioni orientali e occidentali del Paese. Le autorità stimano una riduzione del 3 % nei ritardi ferroviari e una semplificazione logistica per le comunicazioni civili e militari.

Un movimento globale contro il cambio d’ora

L’Ucraina si aggiunge così a un gruppo ristretto ma crescente di Stati che hanno abbandonato l’alternanza stagionale. Islanda, Groenlandia, Brasile ed Egitto hanno già optato per un orario fisso durante tutto l’anno, motivando la decisione con ragioni sanitarie o economiche.

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Nel 2019 il Parlamento europeo aveva votato per abolire il cambio d’ora entro il 2021, lasciando però ai singoli Stati membri la scelta su quale orario mantenere. A distanza di anni nessuna capitale europea ha ancora attuato quel voto, frenata dalle difficoltà di coordinamento interno all’Unione.

Effetti pratici per famiglie e imprese

L’eliminazione del cambio stagionale modifica abitudini consolidate. Le scuole ucraine inizieranno le lezioni sempre alla stessa ora locale; le aziende potranno pianificare turni senza adattamenti semestrali; gli agricoltori non dovranno più ricalibrare macchinari automatizzati due volte l’anno.

Settore Cambiamento operativo Beneficio previsto
Istruzione Orario scolastico stabile tutto l’anno Migliore rendimento mattutino degli studenti
Trasporti Nessuna riconfigurazione annuale dei sistemi orari Riduzione dei ritardi stimata al 3 %
Agricoltura Cronoprogrammi invariati tra estate e inverno Minori costi tecnici legati ai sensori luminosi

L’impatto sui rapporti con i vicini europei

L’allineamento permanente con il fuso centrale porta l’Ucraina a condividere lo stesso orario della Polonia, della Germania e dell’Italia. Tuttavia genera un dislivello rispetto ad altri partner orientali come Romania o Moldova, dove continua l’alternanza estiva-invernale.

I gestori ferroviari internazionali stanno aggiornando tabelle e software per evitare disallineamenti nei collegamenti transfrontalieri. Secondo Ukrzaliznytsia, l’adattamento tecnico sarà completato entro febbraio 2026 senza costi aggiuntivi significativi per gli utenti.

E se fosse solo l’inizio?

L’esperimento ucraino rimette sul tavolo una questione che sembrava archiviata dopo anni di discussioni europee. Mentre i cittadini si preparano a vivere le prime stagioni senza spostare gli orologi, resta da capire se altri governi seguiranno questo esempio o preferiranno mantenere la consuetudine dei due cambi annuali.

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