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Le cince muoiono di freddo ogni inverno: è adesso che bisogna agire per salvarle, ecco come

Ogni anno, con l’arrivo del gelo, fino al 60 per cento delle cince più giovani non supera la stagione fredda a causa della scarsità di cibo e riparo

 

Pesano meno di una moneta da un euro, ma affrontano l’inverno come piccole combattenti. Le cince, tra gli uccelli più comuni nei giardini italiani, devono sopravvivere a temperature sotto zero, alla scomparsa degli insetti e alla mancanza di rifugi naturali. Una lotta silenziosa che si ripete ogni anno e che può essere evitata con gesti semplici e mirati.

Ogni inverno una strage invisibile nei nostri giardini

Quando il termometro scende sotto i -5 gradi per più di tre notti consecutive, le probabilità di sopravvivenza delle cince diminuiscono drasticamente. Secondo l’LIPU, decine di migliaia di esemplari muoiono in Italia durante le ondate di gelo. Sono numeri che raramente emergono nelle cronache ambientali, ma che rivelano un problema crescente legato ai cambiamenti climatici e alla gestione degli spazi verdi urbani.

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I parchi pubblici sempre più “puliti”, privati di cespugli secchi e alberi morti, riducono i luoghi dove questi uccelli possono rifugiarsi. I pesticidi eliminano larve e insetti, loro principale fonte di energia. In questo scenario, la sopravvivenza dipende spesso dall’intervento umano consapevole.

 

Nidi artificiali e mangiatoie: il kit minimo per aiutarle

Il primo gesto concreto è installare un nido artificiale in legno grezzo, preferibilmente a sud-est e a circa due metri dal suolo. La LIPU raccomanda modelli con foro d’ingresso da 28 millimetri per evitare l’intrusione dei passeri più grandi.

  • Nichoir in legno massiccio (spessore minimo 18 mm)
  • Mangiatoia sospesa con semi oleosi
  • Ciotola d’acqua poco profonda contro la disidratazione

Sul fronte dell’alimentazione, la risposta è semplice ma decisiva: semi di girasole neri. Sono ricchi di grassi vegetali e facilmente digeribili. In alternativa si possono offrire noccioline non salate, piccoli pezzi di mela o boules di grasso senza rete plastica. L’acqua va cambiata ogni giorno; una pallina galleggiante evita che geli completamente nelle notti più fredde.

I costi da considerare per allestire un punto sicuro

Elemento Costo medio (€) Durata stimata
Nido in legno certificato FSC 15–25 5 anni
Mangiatoia resistente alle intemperie 10–20 3 anni
Semi e frutta secca (per stagione) 8–12
Palla di grasso naturale (confezione da 6) 5–7

Sono cifre contenute rispetto al beneficio ecologico generato: ogni coppia sopravvissuta potrà allevare fino a otto piccoli nella primavera successiva.

Avere cura delle cince significa proteggere il proprio ecosistema domestico

L’aiuto dato alle cince non altera il loro comportamento naturale. Questi uccelli mantengono la loro indipendenza anche quando trovano cibo o riparo forniti dall’uomo. In cambio offrono un servizio gratuito: nel periodo riproduttivo una sola coppia elimina fino a 500 larve di processionaria o afidi al giorno, riducendo il bisogno di trattamenti chimici nei giardini familiari.

I dati raccolti dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano mostrano che nelle aree urbane con programmi attivi di alimentazione controllata si registra un aumento del 35 per cento delle popolazioni locali rispetto ai parchi dove tali pratiche sono assenti.

Mantenere equilibrio: nutrire sì, ma senza creare dipendenza

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) raccomanda attenzione: l’alimentazione supplementare deve essere limitata al periodo tra novembre e marzo. Oltre questa soglia temporale si rischia di alterare i comportamenti migratori e riproduttivi.

L’igiene resta cruciale. Le mangiatoie vanno pulite settimanalmente con acqua calda; residui organici o muffe possono trasmettere infezioni respiratorie fatali agli uccelli più giovani. Alcune associazioni propongono giornate dedicate alla manutenzione condivisa dei punti d’alimentazione nei quartieri cittadini.

Dall’emergenza climatica al gesto quotidiano: un impegno accessibile a tutti

L’aumento delle ondate gelide improvvise negli ultimi cinque anni ha reso evidente quanto fragile sia l’equilibrio ecologico dei piccoli passeriformi europei. Ma la soluzione non è lontana né costosa: un balcone attrezzato correttamente può salvare decine di vite ogni inverno.

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Nell’attesa delle politiche pubbliche sul verde urbano promesse dal Ministero dell’Ambiente entro marzo prossimo, sono proprio le famiglie a rappresentare oggi il primo baluardo contro il silenzio dell’inverno nei nostri giardini.

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