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Botulismo: è l’errore numero 1 da evitare quando si preparano conserve fatte in casa

Nel 2024 l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato 22 casi di botulismo alimentare in Italia, di cui oltre la metà legati a conserve domestiche preparate senza adeguata sterilizzazione

Con l’estate e l’abbondanza di ortaggi, cresce la tentazione di riempire la dispensa con conserve fatte in casa. Ma dietro un gesto di tradizione familiare si nasconde un rischio sanitario poco percepito: il botulismo. Ogni anno i centri antiveleni segnalano nuovi episodi associati a errori nella preparazione domestica. Eppure, bastano alcune regole tecniche per evitare conseguenze gravi.

Un batterio invisibile che resiste al calore comune

Il botulismo è provocato dalla tossina prodotta da Clostridium botulinum, un microrganismo che vive nel suolo e prolifera in assenza di ossigeno. Le sue spore possono sopravvivere a cotture prolungate a 100 °C, motivo per cui la bollitura semplice non basta a garantire sicurezza.

I sintomi compaiono tra 12 e 36 ore dopo l’ingestione: visione doppia, difficoltà respiratoria, paralisi progressiva. In Italia il Ministero della Salute raccomanda il ricovero immediato e la somministrazione dell’antitossina disponibile tramite il Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo.

Dove si annida il rischio maggiore

I prodotti più vulnerabili sono quelli a basso contenuto acido: verdure sott’olio, legumi, carne, pesce e sughi salati. La tossina non altera né l’aspetto né l’odore degli alimenti contaminati, rendendo impossibile riconoscere un vasetto pericoloso a occhio nudo.

  • Alimenti con pH superiore a 4,5 devono essere sterilizzati ad almeno 115 °C
  • I frutti acidi o le preparazioni con aceto possono essere trattati a 100 °C
  • L’impiego di ricette non testate aumenta in modo esponenziale il rischio

L’equivoco più diffuso: confondere pasteurizzazione e sterilizzazione

Secondo i laboratori regionali ARPA, oltre il 60 % delle conserve analizzate dopo intossicazioni derivava da trattamenti termici insufficienti. La pasteurizzazione è adatta solo ai prodotti acidi; per tutti gli altri serve la sterilizzazione sotto pressione.

Solo un apparecchio che raggiunge almeno 115 °C — autoclave o pentola a pressione — può distruggere le spore del batterio. L’acqua bollente non supera mai i 100 °C, anche se il barattolo resta immerso per ore.

Tipo di alimento Temperatura minima (°C) Tecnica richiesta
Verdure neutre (es. fagiolini) 120 Sterilizzazione in autoclave
Salse acide (es. pomodoro) 100 Pasteurizzazione tradizionale
Sott’oli e paté vegetali 121 Cottura sotto pressione controllata
Marmellate e confetture <100 Bollitura standard con zucchero elevato

I controlli prima e dopo la chiusura dei vasetti

I bocconi sospetti non vanno mai assaggiati. Prima della conservazione è necessario lavare accuratamente verdure e strumenti, eliminare parti danneggiate e utilizzare tappi integri con guarnizioni nuove. Dopo il trattamento termico i barattoli vanno lasciati raffreddare capovolti e conservati al buio tra 10 °C e 15 °C.

L’assenza del caratteristico “clic” all’apertura o la presenza di bolle indicano una possibile alterazione. In caso di dubbio, le autorità sanitarie invitano a smaltire l’intero contenuto sigillato nei rifiuti indifferenziati senza aprirlo ulteriormente.

Dalla cucina domestica alla norma europea sulla sicurezza alimentare

L’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, considera il Clostridium botulinum uno dei cinque agenti biologici prioritari per la prevenzione domestica. Il Regolamento (CE) n. 852/2004 impone anche ai piccoli produttori artigianali procedure documentate di sterilizzazione validata.

L’Italia ha recepito queste linee guida attraverso circolari del Ministero della Salute rivolte ai laboratori regionali e alle ASL, che forniscono modelli di controllo qualità anche ai privati che vendono conserve nei mercatini locali.

Crescita del fenomeno “fatto in casa” e nuove responsabilità familiari

Dopo la pandemia il mercato dei barattoli ermetici è aumentato del 35 % secondo i dati ISTAT sul consumo domestico. Questo ritorno alla manualità ha però coinciso con un incremento delle segnalazioni di intossicazione lieve dovuta a pratiche imprecise.

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Mentre molte famiglie riscoprono antiche ricette tramandate dai nonni, pochi conoscono le differenze chimiche tra acidità, temperatura e pressione necessarie alla sicurezza moderna. Un gesto d’affetto come regalare una conserva può trasformarsi in rischio sanitario se manca rigore tecnico.

Cosa fanno le autorità sanitarie italiane oggi

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise coordina una rete nazionale di sorveglianza che analizza i casi sospetti inviando campioni al laboratorio centrale di Roma. Ogni episodio confermato viene comunicato al sistema europeo Epidemic Intelligence Information System (EPIS).

A livello locale le ASL promuovono corsi gratuiti sulla corretta preparazione delle conserve casalinghe destinati alle associazioni familiari. I materiali aggiornati sono disponibili presso gli sportelli igiene alimentare comunali insieme alle schede tecniche sui tempi minimi di sterilizzazione per tipo di alimento.

L’errore numero uno da evitare resta sempre lo stesso

Nessun sapore autentico vale quanto la sicurezza alimentare: credere che “basta far bollire” è l’errore più diffuso e quello che costa più caro. La tossina botulinica non perdona leggerezze né scorciatoie domestiche.

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