In un periodo in cui il costo dell’energia e dei prodotti per la casa cresce di mese in mese, molte famiglie cercano soluzioni semplici per mantenere il bucato pulito senza ricorrere a prodotti aggressivi. Tra le alternative, spicca una sostanza presente in quasi tutte le cucine italiane, capace di riportare i tessuti al loro bianco originario senza rischi per la pelle né per l’ambiente.
L’acido che sostituisce la candeggina
La comunità scientifica domestica lo conosce da anni: l’acido citrico, derivato dal limone, è uno dei più potenti anticalcare naturali. Usato in lavatrice, neutralizza i residui minerali presenti nell’acqua dura e impedisce l’ingrigimento progressivo delle fibre.
Basta versarne uno o due cucchiai direttamente nel cestello prima del lavaggio dei capi bianchi. I risultati sono comparabili a quelli ottenuti con i comuni sbiancanti chimici contenenti cloro, ma senza la degradazione delle fibre e senza odori pungenti.
L’acido citrico agisce su tre fronti: elimina i depositi di calcare, facilita la rimozione dello sporco e ravviva il colore originale delle fibre naturali come cotone e lino. Secondo un’analisi pubblicata da Altroconsumo nel 2023, il suo utilizzo regolare riduce del 25% la necessità di pretrattamenti costosi.

Come preparare le “bombe sbiancanti” fatte in casa
Molti utenti hanno sperimentato miscele solide facili da dosare e conservare. Queste combinazioni sfruttano ingredienti economici e facilmente reperibili nei supermercati o nei negozi di prodotti sfusi.
- 2 cucchiai di bicarbonato di sodio
- 1 cucchiaio di sale grosso
- 1 cucchiaio di acqua ossigenata (10 volumi)
- 1 cucchiaio di acido citrico in polvere
Dopo aver amalgamato gli ingredienti con poca acqua fino a ottenere una pasta densa, si formano piccole sfere da conservare in freezer. Una “bomba” per ciclo si scioglie direttamente nell’acqua calda della lavatrice: decompone le macchie organiche e ripristina il candore senza aggredire i tessuti.
I rischi dei prodotti industriali a base di cloro
I dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente indicano che oltre il 60% dei prodotti sbiancanti venduti in Italia contiene ipoclorito di sodio. Questa sostanza può generare composti tossici quando entra in contatto con altri detergenti o superfici metalliche interne alle lavatrici.
Risparmio EnergeticoNé 60 né 90 gradi: ecco la temperatura giusta per lavare e eliminare i batteri dalle lenzuolaL’esposizione prolungata al cloro non solo indebolisce le fibre ma contribuisce anche alla formazione di microplastiche dovute alla frammentazione dei tessuti sintetici. Le alternative naturali riducono questo rischio e limitano la diffusione di vapori irritanti negli ambienti domestici.
L’impatto economico ed ecologico del cambiamento
Sostituendo gli sbiancanti chimici con ingredienti naturali come acido citrico o bicarbonato, una famiglia media risparmia fino a 80 euro all’anno sul bilancio dei detersivi. Oltre al risparmio economico, diminuisce anche l’inquinamento idrico legato ai residui tossici degli additivi industriali.
| Prodotto | Costo medio mensile | Impatto ambientale stimato* |
|---|---|---|
| Sbiancante chimico al cloro | 7,50 € | Alto (rilascio VOC) |
| Miscele naturali con acido citrico | 3,10 € | Basso (biodegradabile) |
| Detersivo standard senza additivi | 5,60 € | Medio (residui tensioattivi) |
*Dati elaborati su base ISPRA 2023.

Dove funziona meglio e dove no
L’efficacia dello sbiancamento naturale varia secondo la durezza dell’acqua. Nelle aree con elevata concentrazione calcarea — come Lombardia orientale e Puglia — l’effetto risulta particolarmente evidente già dopo tre lavaggi consecutivi. Nei sistemi idrici più dolci è sufficiente ridurre leggermente le dosi per evitare residui sui tessuti sottili.
Precauzioni e frequenza d’uso consigliata
L’applicazione può essere ripetuta ogni due o tre cicli di lavaggio senza danneggiare i capi. È comunque necessario leggere sempre le etichette: alcuni materiali tecnici o delicati (come seta o lana) non tollerano trattamenti acidi diretti.
Nelle prove effettuate da laboratori indipendenti tra Milano e Torino nel 2024, nessuno dei campioni trattati con acido citrico ha mostrato perdita significativa di elasticità o colore dopo dieci cicli completi. Un risultato che alimenta il dibattito tra chi difende l’efficacia dei marchi tradizionali e chi preferisce tornare a formule semplici e trasparenti.



Mi piace l’idea, soprattutto se fa risparmiare e inquina di meno.
Interessante! Ma dove si compra l’acido citrico in polvere?
Sono un po’ scettico… l’acido citrico non mi ha mai dato grandi risultati.
Io l’ho provato ieri e il bucato è venuto profumatissimo 😍
Ma davvero funziona meglio della candeggina? Mi sembra quasi troppo bello per essere vero!