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Poche gocce di questo mix fatto in casa puliscono il grasso della cappa meglio del 90% dei prodotti per la pulizia dei supermercati

Secondo le stime dell’Agenzia europea per l’ambiente, una cappa da cucina non pulita può perdere fino al 40% della sua efficienza dopo sei mesi di utilizzo continuo.

Ogni famiglia italiana utilizza la cappa aspirante in media più di 500 ore all’anno, ma solo una su tre la pulisce con regolarità. Le conseguenze si vedono e si respirano: odori persistenti, grasso che si deposita su mobili e pareti, consumi energetici in aumento. La manutenzione, spesso trascurata, è invece un gesto semplice che incide sulla salubrità della casa e sulla durata degli elettrodomestici.

Un accumulo invisibile che costa caro

I filtri metallici trattengono il grasso, ma con il tempo diventano un tappo che riduce il flusso d’aria e obbliga il motore a lavorare di più. Secondo i test del Laboratorio tedesco TÜV Rheinland, un filtro saturo può aumentare del 15% il consumo elettrico della cappa.

Il grasso depositato diventa anche un rischio igienico: le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità evidenziano la presenza di colonie batteriche nei condotti non puliti da oltre un anno. Un problema sottovalutato in molte cucine domestiche.

Sgrassare senza graffiare

Molti detergenti industriali contengono solventi aggressivi che corrodono le superfici in acciaio e rilasciano vapori irritanti. Una ricerca condotta da Altroconsumo mostra che oltre il 60% dei prodotti per cappe contiene sostanze volatili classificate come nocive per inalazione.

Le alternative domestiche sono più sostenibili e spesso più efficaci. L’aceto bianco, il bicarbonato e il succo di limone sciolgono i residui di grasso senza danneggiare i materiali. Una soluzione composta da due parti d’acqua calda e una parte d’aceto elimina in pochi minuti la patina oleosa dalle superfici esterne.

  • Bicarbonato: crea una pasta morbida con acqua tiepida per rimuovere grasso secco.
  • Aceto bianco: spruzzato sulle superfici disinfetta e neutralizza gli odori.
  • Succo di limone: dona brillantezza all’acciaio e lascia un profumo naturale.
  • Olio minerale leggero: poche gocce su un panno catturano i residui senza strofinare.

I filtri: tra lavastoviglie e ricambio

Le cappe moderne montano filtri metallici riutilizzabili o a carbone attivo da sostituire periodicamente. I primi possono essere lavati nella lavastoviglie a basse temperature (50–55 °C), mentre i secondi vanno cambiati ogni 3–6 mesi secondo le indicazioni del produttore.

Tipo di filtro Pulizia consigliata Frequenza
Metallo (alluminio/acciaio) Lavastoviglie o bagno caldo con detergente neutro Ogni 4 settimane
Carbone attivo Sostituzione completa Dopo 3-6 mesi
Carta o sintetico Sostituzione completa Dopo 8-10 settimane

L’Associazione Italiana Elettrodomestici (APPLiA Italia) raccomanda di verificare sempre sul manuale se la lavastoviglie è adatta al tipo di filtro installato. Un errore comune è usare cicli troppo caldi che deformano le griglie sottili in alluminio.

Dove finisce il grasso quando scompare dal piano cottura

Nelle cappe a ricircolo, l’aria filtrata viene rimessa nell’ambiente dopo essere passata attraverso uno strato di carbone attivo. Se i filtri non vengono sostituiti nei tempi giusti, l’efficacia deodorante cala drasticamente. Il risultato è l’illusione di una cucina pulita mentre le particelle odorose restano sospese nell’aria domestica.

Nelle cappe con scarico esterno, invece, l’accumulo nel condotto può ridurre la portata fino al 30%, come rilevato da test EN 61591. In questi casi è necessario intervenire anche sul tubo di evacuazione almeno una volta l’anno.

Pulizia periodica: piccole azioni, grandi effetti

L’operazione completa richiede meno di mezz’ora: smontaggio dei filtri, immersione o lavaggio meccanico, asciugatura accurata e passaggio finale con panno imbevuto d’aceto o olio minerale leggero per proteggere l’acciaio dall’umidità. Chi effettua questa manutenzione ogni mese prolunga fino al doppio la vita utile della cappa aspirante rispetto a chi se ne dimentica per anni.

L’efficacia del gesto non riguarda solo la brillantezza dell’acciaio ma anche la qualità dell’aria in casa: un dato misurabile nei valori medi di particolato ultrafine raccolti durante la cottura domestica, ridotti fino al 25% nelle abitazioni dove la cappa è mantenuta efficiente secondo gli standard EN 16211.

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