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Non buttare più le bucce di mela: ecco come trasformarle in chips croccanti, infuso o aceto fatto in casa

Ogni anno in Italia finiscono nella spazzatura oltre 70 mila tonnellate di scarti di mela, nonostante la buccia contenga più fibre e antiossidanti della polpa.

La stagione delle mele riporta in tavola torte, composte e centrifughe, ma anche un gesto automatico: sbucciare e buttare via. Eppure, proprio quella parte scartata può diventare ingrediente versatile, economico e sorprendentemente utile. Tre usi semplici — snack, bevanda e condimento — cambiano prospettiva e riducono lo spreco domestico.

Chips di bucce di mela: la merenda croccante nata dagli scarti

Basta disporre le bucce lavate e asciugate su una teglia con carta forno, spolverarle con poco zucchero (circa 10 g ogni 200 g di bucce) e una punta di cannella, quindi cuocerle a 120°C per 35 minuti. Il risultato è uno snack leggero, aromatico e privo di conservanti.

Nel confronto con le classiche patatine, il contenuto calorico si riduce di oltre il 60%, mentre il profilo di fibre raddoppia. I nutrizionisti dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione confermano che la buccia di mela conserva la maggior parte della quercetina, flavonoide utile alla funzione cardiovascolare.

  • Tempo di preparazione: 10 minuti
  • Cottura: 30-40 minuti
  • Conservazione: fino a 5 giorni in contenitore ermetico

Una differenza non secondaria: usare mele biologiche o non trattate. La buccia, a contatto diretto con eventuali residui di pesticidi, merita attenzione. Il gesto di conservarla diventa così un indicatore di consumo consapevole.

Infuso di bucce di mela: la tisana domestica che sostituisce le bustine

Mettere le bucce in acqua bollente (circa 1 litro per 2 mele) e lasciarle sobbollire per 8-10 minuti. Si ottiene un infuso naturalmente dolce, dal profumo di frutta cotta. Per un gusto più deciso, si può aggiungere una stecca di cannella, qualche chiodo di garofano o una scorza d’arancia.

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Secondo i dati del Centro Studi Assorbevi, il consumo domestico di tisane è cresciuto del 18% nell’ultimo anno, con un aumento dell’interesse per gli infusi autoprodotti. La motivazione è economica e ambientale: meno confezioni, meno rifiuti, più controllo sugli ingredienti.

Una tazza di infuso di bucce di mela apporta circa 10 kcal e può essere bevuta calda o fredda. Un’abitudine che piace alle famiglie per la semplicità e la possibilità di riutilizzare ciò che normalmente finisce nel bidone dell’umido.

Aceto di mele fai da te: fermentare senza sprechi

In un barattolo di vetro da un litro, raccogliere bucce e torsoli di 4-5 mele, aggiungere una cucchiaio di zucchero e coprire con acqua filtrata. Dopo aver mescolato, coprire con un telo e lasciare a temperatura ambiente, lontano dalla luce diretta. Si mescola ogni due giorni; dopo tre settimane si filtra il liquido e lo si lascia maturare per altre due settimane.

Si ottiene così un aceto naturale, ricco di acido acetico e privo di additivi. Secondo l’Associazione Italiana Acetieri, il costo di produzione domestico è inferiore a 0,20 euro al litro, contro una media di 1,50 euro per i prodotti confezionati.

Parametro Aceto industriale Aceto domestico
Costo medio (€/L) 1,50 0,20
Additivi No
Tempi di fermentazione 5-7 giorni 30-40 giorni

L’aceto ottenuto può essere usato per condire insalate, marinare verdure o sgrassare superfici domestiche, riducendo l’acquisto di prodotti chimici. Il limite? Serve pazienza e una temperatura stabile, non inferiore ai 20°C.

Dalla buccia al valore: il gesto che cambia la cucina di casa

In un contesto dove il Ministero dell’Ambiente stima che ogni famiglia italiana sprechi in media 65 kg di cibo all’anno, recuperare anche le bucce di mela diventa un piccolo atto di responsabilità quotidiana. Non è solo risparmio, ma trasformazione di mentalità.

La differenza la fanno i dettagli: scegliere frutta locale, conservare, trasformare. Tra il “buttare” e il “riutilizzare” c’è la distanza tra un’abitudine e una scelta. E in quella distanza si giocano economia domestica, salute e rispetto per ciò che si porta in tavola.

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