L’abitudine di controllare messaggi o social appena prima di addormentarsi riguarda ormai oltre il 70% degli italiani tra i 16 e i 55 anni. Un gesto quotidiano che sembra innocuo ma che modifica, secondo diversi centri di ricerca europei, la qualità del sonno e l’equilibrio neuroendocrino. Le famiglie si trovano così davanti a un nuovo problema domestico: come separare le abitudini digitali da quelle del riposo.
La luce blu altera il ritmo biologico
Il Centro di medicina del sonno dell’Università di Bologna ha rilevato che l’esposizione alla luce blu degli schermi riduce fino al 23% la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ritmo circadiano. Anche una sola ora di utilizzo serale può posticipare l’addormentamento di circa 30 minuti.
Non si tratta solo di un effetto luminoso. Gli schermi emettono una combinazione di frequenze che stimolano le aree cerebrali associate all’attenzione e alla vigilanza. Questo significa che, mentre il corpo chiede riposo, la mente resta in modalità attiva.
- Riduzione della melatonina: -20/25% dopo 60 minuti davanti allo schermo;
- Aumento della frequenza cardiaca media: +5 battiti al minuto;
- Tempo medio per addormentarsi: +26-34 minuti rispetto ai non utilizzatori.

L’effetto “scroll infinito” e la dipendenza silenziosa
Le piattaforme social e molte app sono progettate per trattenere l’utente con notifiche e flussi continui di contenuti. Uno studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha stimato che il 41% dei giovani adulti prova ansia se il telefono resta spento per più di mezz’ora durante la sera.
SonnoNé alle 6 né alle 7: ecco l’ora esatta consigliata dai nutrizionisti per prendere il caffè al mattinoL’attivazione costante delle notifiche mantiene alto il livello di cortisolo, l’ormone dello stress. Questo meccanismo crea un circolo vizioso: meno sonno, più irritabilità, maggiore bisogno di distrazione digitale. Il confine fra abitudine e dipendenza diventa impercettibile.
I rischi sulla concentrazione e sul rendimento scolastico
Nelle scuole secondarie lombarde, un’indagine condotta su oltre 1.200 studenti ha mostrato che chi usa lo smartphone dopo le 22 ottiene voti medi inferiori del 12% rispetto ai coetanei che lo spengono prima. Gli insegnanti segnalano stanchezza mattutina, scarsa attenzione e difficoltà a memorizzare nozioni complesse.
Anche tra gli adulti emergono effetti simili: errori più frequenti sul lavoro, minore capacità decisionale e aumento dell’assenteismo correlato a insonnia o disturbi d’ansia legati al digitale.
Un impatto familiare spesso sottovalutato
Le famiglie affrontano nuove tensioni domestiche legate all’uso serale dei dispositivi. Secondo una rilevazione condotta da Ipsos per conto del Ministero della Salute nel 2024, oltre un genitore su due dichiara discussioni quotidiane con i figli sull’orario in cui spegnere lo smartphone.
La mancanza di regole condivise genera contrasti anche tra coppie adulte: la luce dello schermo accesa a letto è indicata come causa diretta di conflitto nel 38% dei nuclei intervistati. La questione non riguarda più solo i ragazzi ma l’intera vita familiare.

Cosa fare per disconnettersi prima del sonno
Strategie pratiche raccomandate dai centri del sonno
| Abitudine | Effetto stimato |
|---|---|
| Spegnere o mettere in modalità aereo almeno 60 minuti prima di dormire | Aumento medio della durata del sonno +35 min |
| Mantenere lo smartphone fuori dalla camera da letto | Diminuzione dei risvegli notturni -25% |
| Sostituire lo schermo con lettura su carta o musica rilassante | Miglioramento percepito della qualità del sonno +40% |
| Usare lampadine a luce calda nelle ore serali | Maggiore produzione naturale di melatonina |
L’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria (Anses) suggerisce anche filtri fisici per ridurre l’emissione luminosa degli schermi e applicazioni che limitino automaticamente l’uso notturno. Alcuni produttori — tra cui Apple, Samsung e Xiaomi — hanno introdotto funzioni “benessere digitale” che bloccano notifiche e accesso alle app dopo un orario impostato dall’utente.

Dalla prevenzione individuale alla responsabilità collettiva
I dati raccolti dal Sistema sanitario nazionale mostrano una crescita costante dei disturbi del sonno legati all’utilizzo prolungato dei dispositivi digitali: +18% tra il 2019 e il 2023. L’Organizzazione Mondiale della Sanità invita governi e aziende tecnologiche a collaborare per promuovere comportamenti digitalmente sostenibili.
Nella pratica quotidiana significa creare spazi senza schermi nelle case, negli alberghi e persino nei trasporti notturni. In alcune città europee sono già nati progetti pilota: “Sleep Tech Free Zones”, zone dove la connessione viene interrotta automaticamente dopo una certa ora. L’obiettivo è restituire tempo reale al riposo reale.


